Donald Trump, o della deficienza degli uomini*
[* Carmelo Bene, grande teatrante e intellettuale negli anni Sessanta-Settanta del Novecento, scrisse un libro dal titolo Otello, o la deficienza della donna. Non aveva torto. Desdemona è in effetti un personaggio abbastanza deficiente, se non altro perché c'erano mille modi per evitare il tragico epilogo, e non ne ha tentato nemmeno uno.
Bene dimenticava però che Desdemona era una donna pensata da un uomo - che fosse Shakespeare o il duca di Oxford, non importa: sempre uomo era - dunque forse si può estendere l'argomento. La deficienza delle donne - pensate dagli uomini - è controbilanciata dalla deficienza degli uomini (o di come gli uomini pensano se stessi?)]
C'è un problema di genere nelle recenti elezioni americane? se sì, è davvero solo quello che si pensa: che la gente preferisce un presidente idiota a un presidente donna?
Questo post modifica la diagnosi.
Is there a problem of "gender" in recent American elections? is it simply what has been said: that a stupid president is preferable than a femal president?
This new post radically changes the perspective.
Il problema – il vero problema – nell’elezione di Trump è
che gli uomini sono pericolosi deficienti.
NB: con l’espressione “gli uomini” non mi riferisco agli individui
di sesso maschile, ma al “maschio” come modo d’essere e di pensare, un modo d’essere
e di pensare che è ampiamente condiviso – e per lo più incoraggiato – da moltissime
donne. Le moltissime per l’appunto che a quanto pare hanno votato «questo
idiota, miserabile, pericoloso pagliaccio part-time e sociopatico a tempo
pieno» (Michael Moore).
Che ci sia una deficienza del maschio è noto a qualsiasi
donna che abbia frequentato un po’ assiduamente la categoria, e abbia in sé
forza morale sufficiente per riconoscere (a se stessa e gli altri) quel che
pensa davvero della mascolinità.
Forza morale sufficiente al netto delle questioni sessuali,
naturalmente. Perché le esigenze riproduttive (e gli ormoni correlati) e le
consuetudini ci inducono a non disprezzare del tutto una certa misura di aggressiva
idiozia nel maschio: esattamente come la donna che passa per dolcemente scema
(e per lo più finge di esserlo) è attraente per molti uomini.
Ma un conto è il gioco sessuale che la specie si inventa per
far progredire se stessa, un altro è l’estremo pericolo dell’aggressività
deficiente al potere.
Helene von Druskowitz, filosofa austriaca, morta nel 1918, così
descriveva «il maschio»: «micidiale
per attitudine, violento e invidioso, generatore di guerra, amante del potere,
ottuso distruttore della natura e di se stesso». Dal punto di vista di von
Druskowitz il problema dell’umanità è solo uno, ed è molto semplice: il rissoso
individuo ha preso possesso della storia umana, e la sta portando rapidamente
alla rovina. C’è una sola cosa da fare: fermarlo.
Come non condividere von Druskowitz? La verità trasmessa da
queste parole era talmente semplice che la responsabile trascorse in manicomio gli
ultimi vent’anni della sua vita.
Oggi tutti o quasi tutti riconoscono, senza leggere von
Druskowitz, che nel maschile c’è qualcosa che non va – e forse riconoscono
anche che qualcosa non va nel femminile così come si è configurato e modellato
nella storia. Quel che non va non sono gli uomini e le donne come tali, ma
appunto il maschile e il femminile: quel che gli uni e le altre si aspettano e
devono aspettarsi dal loro essere nel modo in cui si suppone siano.
Ma allora la deficienza è equamente distribuita, e si ritorna
al punto di partenza? Nella questione Trump è in gioco la deficienza dell’umanità
intera? La deficienza tout court?
No, per una ragione semplicissima: perché «il rissoso individuo» è al potere, continua a essere al potere, e la sua cultura è ancora la cultura dominante. Di qui viene il pericolo. Trump fa paura perché è la stupidità al potere, ma a ben guardare quasi tutto il potere è stupido, e ha quella specifica forma di stupidità che si associa alla violenza.
Le donne sono o possono essere forse altrettanto stupide, ma sono meno pericolose, avendo in media meno potere.
No, e qui è il punto interessante.
Oggi uomini non maschili (nel senso di von Druskowitz) che
riescano a raggiungere il potere sono pochissimi, e di solito riescono a fare
molto poco (v. Obama). La maggior parte degli uomini di potere nascondono la
propria smania di maschi narcisisti invidiosi e violenti, esattamente come la
maggior parte delle donne che raggiungono posizioni di potere devono mascherare
la loro natura di femmine, o continuare a giocare la carta dell’inoffensiva
stupidità femminile.
Questa fondamentale insincerità di genere ha creato
l’establishment contro cui l’ottusità trumpista ha avuto buon gioco,
semplicemente manifestandosi per quel che è: aggressiva idiozia.
Ecco dunque il risultato, l’insegnamento che traggo da queste elezioni americane: i lupi hanno preso forma di agnello e con
ciò hanno mescolato le carte in tavola, per un po’ vincendo la partita. Ma la loro
vittoria è estremamente precaria: oggi devono guardare in viso la loro immagine
veritiera, ben rappresentata dalla violenta ottusità dell’America di Trump.
In
breve: ciò che non piace di Trump e di quelli che si suppone siano i loro
elettori è la combinazione di stupidità e aggressività. Ma il maschio è stupido
e aggressivo: l’una cosa gli è necessaria per garantire l’altra; e più in generale
il potere così come si è configurato fino ad oggi richiede l’una e l’altra.
Ora quel potere sta morendo. Così volendo si può dire che la
vittoria di Trump è un altro disperato tentativo da parte del potere tradizionale
(questa volta nella sua forma più aperta e palese) di vincere ancora la partita.
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